Portare in fascia: la mia esperienza

17 Aprile, 2017

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Ho deciso di aprire un piccolo spazio legato alla pratica del Babywearing in quanto negli ultimi tempi ho notato un grosso interesse da parte di chi ancora sa poco o nulla di questo modo di “portare”, sopratutto da parte di chi, prossima alla maternità, vorrebbe avvicinarsi ma ancora non comprende bene come muoversi.

Non sarò io a spiegarvi tutto ma una Consulente del Portare, la figura professionale per eccellenza che accompagna le neomamme nel dolce mondo dell’alto contatto, sin dagli ultimi mesi di gestazione in cui la fascia aiuta le gestanti nel sorreggere il peso del pancione e che di li a poco cullerà i propri bimbi.

Ad introduzione di tutto questo ho deciso di raccontarvi la mia personale esperienza di questi 11 mesi in cui ho portato Annika a stretto contatto.

Ho incontrato il babywearing nel 2011, così per sentito dire ero venuta a conoscenza di queste fasce _ perlopiù elastiche _ che aiutavano le mamme nei primissimi giorni di vita permettendo loro di tenere i propri bimbi “in braccio” lasciando libere le mani, sinceramente pensavo fosse un accessorio modaiolo di Chicco e Prenatal e la cosa non mi aveva particolarmente colpito.
Negli anni seguenti notai un piccolo gruppo di amiche utilizzare bellissime fasce dalle trame sempre più ricercate e particolari, ben lontane dalle elastiche che vedevo sui cataloghi dei prodotti per bambini, anche con bambini più grandicelli…
Con la gravidanza, esattamente come con i pannolini lavabili, ho approfondito ancor più l’argomento andando a scoprire che le fasce “vere” sono di tessuto rigido ( non elastico) che si distinguono per taglie, hanno particolari trame che permettono il maggior sostegno dei pesi senza gravare sulla nostra schiena ( ossia, non sono lenzuola riciclate ^^ come spesso mi son sentita chiedere… e nemmeno tappeti!), sono di diversi tessuti in base al peso che una mamma vuol portare ( le grammature più basse di cotone o misto seta servono per i neonati, attorno ai 10 kg è più indicato un cotone misto canapa ecc…), che esistono marche più o meno valide ( non stupitevi se una fascia arriva a costare anche 300 euro), che è più “preziosa” una fascia usata da altre mamme rispetto ad una nuova perchè l’usura fa si che il tessuto sia ultra morbido ( in gergo si dice “domato”) e facile da legare ( per questo motivo una fascia usata costa praticamente come una nuova) e che esistono infinite legature ben codificate ( nulla è fatto a caso) che permettono la totale sicurezza del bambino e che consentono al peso di essere perfettamente scaricato s terra e che, SOPRATUTTO fanno sì che il bambino si trovi in posizione ergonomica sul suo portatore ( cosa molto importante e che, purtroppo, tanti marsupi in commercio di grandi marche per l’infanzia non garantiscono).

La scelta di tenere il bambino addosso a sè piuttosto che lasciarlo nella culletta è molto soggettiva: ci sono bambini che stanno tranquilli nella loro sdraitetta/culletta e che si appisolano senza fare BEH e ci sono bambini che cercano costantemente il contatto con la mamma, ci sono bimbi nati prematuri che DEVONO stare a contatto con la mamma come anche bambini che non crescono e in cui l’alto contatto è consigliato a gran voce dai pediatri  ( marsupio- terapia), ci sono poi situazioni con mamme con sia neonati che bimbi più grandi che per forza di cose trovano nella fascia un grosso aiuto per badare contemporaneamente ad entrambi i figli.

Fascia o passeggino?

Dipende, ci sono bimbi che non tollerano il passeggino, basta guardarsi attorno nei pomeriggi festivi per vedere tanti passeggini vuoti e bambini in braccio , in altre situazioni è il passeggino a non essere comodo (sali e scendi dai mezzi di trasporto,  città collinari con scalinate, zone di montagna ecc). Personalmente consiglio la fascia durante i primi 3 mesi di vita del bambino,  le poche volte che sono uscita in carrozzina ho trovato assurdo muoversi con un transatlantico ingombrante quando con una semplice legatura cuore a cuore avevo quella sensazione di leggerezza e possibilità di andare ovunque (scale, scalinate ecc), oltre al fatto che bimbi così piccoli hanno un fisiologico bisogno del contatto con la propria mamma. Il mio percorso con il babywearing ha avuto di tanto in tanto degli alti e bassi,  soprattutto in quelle fasi in cui Annika ha iniziato ad incuriosirsi e a guardarsi attorno, momento in cui la posizione cuore a cuore inizia a divenire poco tollerata, è bastato semplicemente passare alla posizione sul fianco per ritornare a portare con tranquillità.

 

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Annika ha accettato il passeggino a 10 mesi ( e no, non perché fosse viziata ma perché era ed è tuttora un cucciolo di mammifero e per istinto necessita di un normalissimo contatto con la propria mamma 🙂 lo scrivo perché purtroppo c’è ancora chi pensa a queste cose) fino a quel momento l’unico mezzo per poter uscire a passeggiare è stata la nostra fascia (una Girasol in cotone). Ora, ad un anno di età,  sono passata al portare sulla schiena alternando una fascia misto canapa al marsupio Boba, utilizzo anche una fascia ring comodissima per brevi passeggiate, da tenere in auto e in borsa e che tengo con me per emergenza anche quando usciamo con il passeggino. A tal proposito la frase che più spesso genitori e amici hanno detto è stata ” L’hai ABITUATA così ” e non posso che sorridere al fatto che si crede che i bimbi debbano già essere indipendenti dai primi mesi di vita e che non si accetti la semplice evidenza che un bambino preferisca stare a contatto con la mamma piuttosto che in un passeggino. .. Poi per carità,  conosco bambini talmente tranquilli che per loro passeggino o braccia della mamma non  faceva nessuna differenza e altri che hanno conosciuto solo la fascia e nonostante questo hanno accettato tranquillamente il passeggino… così come non è detto che un bambino mai portato di punto in bianco  inizi a non tollerare il passeggino,  sono talmente tante le fasi che attraversano i nostri bimbi che non mi stupisco che tanti genitori arrivino al babywearing anche con bambinigià di 1 o due anni.

Ora utilizziamo sia la fascia che il passeggino, se esco a piedi a fare la spesa lo trovo comodissimo per agganciarvi le borse o se un giorno sono particolarmente stanca lo trovo comodo; la fascia rimane in assoluto la mia scelta preferita, è divertente imparare nuove legature e abbinare i diversi modelli ai vestiti, così come adoro la sensazione di libertà che si ha facendo su e giù da tram e autobus senza per forza dover fare i numeri con il passeggino. Portando dalla nascita non mi sono praticamente accorta del peso via via più alto di Annika,  è un po’ come per la palestra, l’allenamento è stato continuo. Il passaggio sulla schiena riesce a scaricare ancor meglio il peso a terra e la scelta di un blend misto canapa aiuta ancor più a sostenere il peso.

Le legature mi spaventavano e so che spaventano tutti coloro che si avvicinano al portare (e purtroppo spesso fanno desistere le mamme ancor prima di provare), ma esattamente come per tutte le cose che non si conoscono  una volta che si prova un paio di volte si acquisisce subito dimestichezza fino a poterle tranquillamente realizzare in pochi secondi in mezzo alla strada. Il mercato delle fasce, poi, è così vasto che potete tranquillamente comprare e vendere ad ogni cambio di stagione in modo da variare il blend di tessuto in base al vostro bimbo che cresce e perché no,  abbinarle anche al vostro guardaroba stagionale… I gruppi Facebook relativi al babywearing sono tantissimi,  in essi potete vendere ed acquistare le fasce, chiedere consigli e confrontarvi  con altre mamme, chiedere fasce “in vacanza ” ossia in prestito  (per provare prima di acquistare o anche da abbinare all’abito scelto per il battesimo del vostro bimbo senza necessariamente dover acquistare una fascia nuova ^^) ecc ecc. Le consulenti del portare, sparse in tutta Italia, sono punti di riferimento importanti sia per la scelta della vostra fascia o supporto ergonomico, e sia per imparare a legare. Personalmente le legature “di passaggio ” ossia la prima volta davanti, sul fianco e sulla schiena, le ho fatte in presenza di una consulente in quanto il corretto portare è fondamentale per il buon esito dell’esperienza,  una volta presa la mano ci si può sbizzarrire con le tantissime legature proposte dai tutorial online. Una corretta legatura significa,  innanzitutto, sicurezza sia per il portato che per il portatore: un mal di schiena è spesso correlato ad un errore anche banale come un lembo di tessuto non tirato o della stoffa non distesa in maniera adeguata o semplicemente un blend di tessuto troppo debole per il peso del bambino  ( la Lisca Didymos morbidissima con cui portavo Annika a 7 giorni di vita sarebbe assolutamente inappropriata ora che pesa 9 kg…).

Questa è la mia personale esperienza di 12 mesi di babywearing,  sicuramente dinanzi a noi si prospettano ancora 2 stagioni in questo bellissimo percorso che sto condividendo con tante amiche. Il prossimo post sul tema sarà un’intervista ad una consulente del portare alla quale sottoporrò alcune tra le domande che spesso mi fate a riguardo, vi rinnovo l’invito a scrivermi nel caso abbiate particolari richieste, potete lasciare un commento al post o contattarmi tramite i vari social.

Buon portare!

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