Quello che avrei voluto leggere 7 mesi fa…

18 Novembre, 2016

 

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Sono stata piuttosto indecisa sullo scrivere o meno questo post, è sicuramente una sfera intima e delicata ed affrontare il discorso vuol dire esporre completamente i propri sentimenti e sono sempre in dubbio sull’effettivo limite oltre al quale non dovrei andare all’interno di questo blog . .. poi ho riflettuto ed ho capito che 7 mesi fa un post del genere sarebbe stato proprio quello che avrei voluto leggere per avere quantomeno una idea di quello che POTREBBE accadere dopo il parto.

Si parla tanto dei propri parti, ma quasi mai del post parto… mi verrebbe quasi da pensare di essere l’unica povera scema ad aver passato quello che ho passato, ma forse c’è semplicemente una forte omertà e paura di parlare di quello che spesso può accadere e si tace nascondendo il viso dietro alla maschera della puerpera felice e totalmente innamorata del suo nuovo ruolo di mamma.

Annika è nata dopo un parto indotto ,  20 ore in sala parto in cui la sottoscritta era piena di tubicini infilati in ogni dove a causa della sofferenza fetale causata dai farmaci utilizzati nell’induzione . il parto soft che tanto sognavo si è tramutato in una corsa contro il tempo in cui c’era chi continuava a reclamare il cesareo d’urgenza e chi voleva farmi tentare sino all’ultimo il parto naturale  vaginale .

Io ricordo poco di quelle ore, completamente intontita dai farmaci avevo completamente perso di vista l’obiettivo di tutto quello, solo ad un certo punto, dopo 18 ore, Andrea ha acceso lo stereo che avevo con me e le note di Bizet tanto ascoltate in quei 9 mesi mi hanno riportata alla realtà e ,  magicamente , anche Annika si è decisa a scendere lungo il canale del parto per poi venire alla luce un paio di ore dopo.

Nell’ultima fase dell’espulsione mi è stata praticata la manovra di Kristeller che tante ricordano come una cosa dolorosissima,  ma di cui io non ho avuto dolore nell’immediato…ne ho però risentito in seguito e non sul piano fisico, bensì psicologico . E da qui parte tutto, 7 mesi per cercare di capire cosa mi abbia portata a stare così male e a rinchiudermi così tanto nei confronti delle amiche e delle persone che mi stanno attorno…voi che mi seguite avete sempre visto foto sorridenti ma spesso altro non sono che maschere…ma la realtà è ben diversa .

Annika è nata alle 17.02, alle 19.30 sono stata portata in camera e dopo pochi minuti me l’hanno riportata dopo un breve periodo di osservazione . Ricordo che in sala parto mi è stata posata in grembo per un breve periodo perché avevo bisogno di diversi punti di sutura, ho sempre immaginato come mi sarei sentita in quell’istante . ..la realtà è che ho avuto un senso di vuoto sia fisico che psicologico ,  mi sembrava impossibile che fosse la bimba che per mesi si è mossa dentro di me e mi sembrava impossibile quella assenza di emozioni da parte mia .

In camera ero intimorita da questa creatura aliena e profondamente delusa da me stessa per il parto , delusa di non essere stata capace di averla fatta nascere solo con le mie forze, delusa per la manovra ed in colpa per la sua sofferenza fetale. Con questi sentimenti pesanti come macigni chiesi al nido di tenerla per la prima notte, non mi sentivo in grado di occuparmi di una figlia che non ero stata in grado di far nascere da sola, le ostetriche continuavano a ripetere che ero stanca e sicuramente dopo una notte di sonno sarei stata meglio .

Quella prima notte ,  ovviamente ,  non ho dormito . Per la prima volta mi sono sentita sola, toccavo la pancia molle e non sentivo più il tocco di mia figlia che in quegli ultimi mesi costituiva il nostro intimo dialogo , sentivo solo un’enorme vuoto ed incompletezza . ..e anche ora non posso non trattenere le lacrime .

Nei giorni che seguirono ho vissuto sospesa in quella bolla di sicurezza che il mio ospedale ha saputo donarmi ,  le ostetriche erano premurose e sempre pronte a dare consigli , anche il ritorno a casa è stato bellissimo , con tra le braccia uno scricciolo di 3 kg che letteralmente mangiava e dormiva . Ricordo perfettamente come mi sono sentita la prima settimana ,  completamente persa ed innamorata di lei.

Di quello che è venuto dopo ricordo solo il vuoto, una profonda tristezza durata mesi, un senso di solitudine costellato da perenni crisi di pianto di fronte ad una bambina che sembrava rifiutarmi ,  Annika da sempre ha improvvise crisi di pianto inconsolabile quando ha sonno ed è stanca ,  anche ora che oramai ha 7 mesi , in quei momenti stizzita sembrava volermi allontanare con le braccia , il suo corpo perennemente inarcato all’indietro quasi a volermi dire “lasciami, non toccarmi”, ogni pomeriggio mi sono ritrovata sola a fare i conti con queste situazioni che la mia mente leggeva in chiave punitiva ,  “non l’hai voluta con te quella notte, non l’hai fatta nascere con le tue forze, il tuo corpo non è stato in grado, tu non sei in grado, lei non ti vuole”. Se siete mamme e leggete queste frasi non può non venirvi la pelle d’oca, sembra assurdo ma la mente può davvero condizionarti al punto di farti impazzire , ho vissuto quasi 4 mesi con queste parole che PERENNEMENTE MI RONZAVANO NELLE ORECCHIE ,  notte e giorno . .. Una serie di coincidenze sfortunate hanno fatto sì che la mia solitudine interiore fosse anche una solitudine concreta , con Andrea che spesso non rincasava prima delle 21 o che addirittura passava la notte fuori, il mio errore più grande è stato anche quello di tacere a tutti, nessuno sapeva realmente cosa provavo e di conseguenza , nessuno accorreva in mio aiuto. Sono sempre stata molto indipendente e perfettamente in grado di gestirmi da sola le situazioni più pesanti, come i 6 mesi in cui Andrea ha vissuto in Congo per lavoro, mesi in cui ho vissuto tranquillamente da sola nonostante fossimo sposati da poche settimane e fossi appena “uscita di casa”, perciò credo che entrambi i miei genitori trovassero naturale passare a trovarmi giusto quell’oretta al giorno , ignorando che io stessi letteralmente affogando in questa maternità tanto desiderata che improvvisamente mi stava prendendo letteralmente a schiaffi.

In campo medico, tutto questo ha un nome, la chiamano baby blues o depressione post parto. Nei casi più gravi porta le madri a gesti estremi, poi c’è chi proprio non ne viene colpito minimamente o chi ne viene toccato di striscio. Sinceramente non ho idea di quanto grave fosse la mia situazione , vi posso solo dire che guardando al periodo compreso tra aprile e Agosto io vedo solo tanta tristezza, un sentimento che grazie al cielo è andato via via  a diminuire ma che mi ha letteralmente distrutta  talmente è stato forte e soprattutto INASPETTATO .

Ecco il perché di questo post, io 7 mesi fa avrei voluto leggere una testimonianza del genere e sono sicura che dei tanti post di neo mamme letti in 9 mesi ci sarà stata sicuramente una persona nella mia stessa situazione ma che, a differenza mia, ha taciuto tutto.

Ora sto bene, c’è sempre dentro di me un fantasma che mi ricorda di quelle ore in sala parto e che mi fa sentire perennemente inadeguata , ma ho tra le braccia la mia bambina che è in quella fase in cui non ti stacca gli occhi di dosso e che vorrebbe stare sempre con te e questo basta a scacciare tutti i brutti pensieri , lei è la mia forza .

Alle future mamme che leggono voglio dire semplicemente che queste cose possono succedere a tutti, anche dietro a questo alone patinato che il blog conferisce alla mia vita, sappiate che passa ma CHIEDETE AIUTO, non fate come me, non incolpatevi, non auto punitevi come ho fatto io.

Chiara

 

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