Svezzamento o auto-svezzamento? La mia esperienza

10 Settembre, 2017

 

Lo svezzamento di Annika è iniziato con la consapevolezza che ogni giorno sarebbe stato diverso dall’altro, sapevo bene che ci sarebbero stati piatti solo assaggiati e altri divorati, altri ancora snobbati.
Ho avuto la fortuna di partire con un atteggiamento positivo, sensa l’ansia da “Il bambino non mangia” che spesso hanno tante mamme e questo ha decisamente reso tutto più facile. Ero anche consapevole che nel corso dei mesi avrei dovuto rivedere le mie idee di svezzamento, tutto in base alla reazione di Annika nei confronti del cibo, alla fine decidono i bimbi ed assecondandoli e dando loro fiducia è sicuramente il segreto per vivere questa fase in modo positivo.

Non ero Pro autosvezzamento, in linea generale lo consideravo poco attento al fabbisogno nutrizionale di un bambino, da sempre sono abituata a porre particolare attenzione al bilanciamento dei pasti e il lasciare tutto al caso andava fuori dal mio modo di vedere lo svezzamento.

Con Annika ho iniziato a 6 mesi, sotto “pressione” della pediatra in quanto la bambina ( allattata solo ed esclusivamente con latte materno) si collocava al 25 esimo percentile, col senno di poi avrei ignorato questo particolare dato che la curva di crescita  è sempre stata fissa tra il 20 esimo e 25 esimo percentile, sin dal concepimento, e questa apprensione non era assolutamente giustificata… ma sappiamo bene come vanno le cose, spesso i dubbi ci assalgono . Annika non era assolutamente pronta per lo svezzamento, non stava ancora perfettamente seduta senza sostegno e non aveva perso il riflesso di estrusione.
Nonostante avessi parte della mia famiglia contro, ho interrotto lo svezzamento per riprenderlo verso il settimo mese, nel frattempo Annika era maturata, stava seduta in autonomia ed aveva perso il riflesso.
Le prime pappe erano semplici cereali cotti a lungo nel brodo, niente farine ( ad eccezione di un paio di pasti iniziali ) ma semplici cereali come miglio, quinoa, riso… a volte frullati ma sempre più spesso cotti e lasciati in chicco per abituare da subito Annika alle diverse consistenze.

 

 

 

Verso i 7 mesi e mezzo Annika ha iniziato a manifestare insofferenza ai pasti, chiudeva la bocca e tentava di afferrare il cucchiaio… era giunto il momento di fare inversione di marcia, nessuna costrizione ma assecondamento del suo desiderio di autonomia: il cucchiaino è stato sostituito dalle mani e le pappe sono divenute cibo vero da afferrare e mordere con le gengive.
Sono così passata all’autosvezzamento, un autosvezzamento ragionato e consapevole. La cucina di casa è sempre stata sana, ma questo passaggio l’ha resa ancora più consapevole e varia.

Annika ha prevalentemente un’alimentazione vegetariana, non consumiamo formaggi e lei non ama le uova perciò, a meno che non le camuffi in un pancake, spesso vegana. La mia non è stata assolutamente una scelta etica ma una scelta naturale in quanto lei mangia il cibo “di casa” e qua, ad eccezione di rari casi ( il papà è onnivoro ma consuma carne poche volte all’anno) la carne non viene cucinata.

Il fabbisogno proteico dei bambini è basso, si parla di circa 1 grammo per peso corporeo, tutti i pediatri sono concordi sul fatto che lo svezzamento tradizionale sia iper proteico pari circa a 3 volte più di quello stimato, e che questo metta le basi per patologie future ( obesità in primis), ma purtroppo il “fogliettino” che ogni mamma si trova in mano allo scoccare dei 6 mesi ( e spesso anche prima) è quello datato anni ’50 con proteine animali ad ogni pasto.

Svezzare senza ( o con poche) proteine animali si può e vi assicuro , i bambini non muoiono di fame… e nemmeno deperiscono o diventano apatici o diventano brutti ( come spesso sento affermare).
Quelli che da oggi vi presenterò sono i pasti di Annika in versione fotografica e con ricette spesso prese dal blog e altre nuove, proprio per darvi un esempio concreto su come organizzare un menù bilanciato e per tutta la famiglia, così da consumare tutti più proteine vegetali.

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