Svezzamento o autosvezzamento? Consigli per una sana alimentazione

6 Giugno, 2019

 

Ieri 4 giugno nella nuova sede di Desio del nido A Piccoli Passi  si è tenuta una serata dedicata all’alimentazione durante e dopo lo svezzamento.

Non è semplice e scontato trovare una scuola che dedichi tempo a questo argomento perchè, purtroppo, è ancora lontana l’idea che la scuola debba educare anche alla buona alimentazione sopratutto partendo dai più piccoli, io devo ammettere che ho avuto veramente tanta fortuna nel trovare un nido attento in primis alla didattica e, grazie all’accortezza delle titolari, anche all’alimentazione dei bambini.
Da tutto questo è nata la serata di ieri, un concerto a quattro voci grazie all’intervento della Dottoressa Angelina Rotondo, medico chirurgo specializzato in pediatria, della dottoressa Barbara Eroini nutrizionista e dalla testimonianza mia e di Gaia The green pantry nel ruolo di mamme blogger da sempre attente alla corretta alimentazione dei bambini.

Le specialiste nel loro intervento hanno sottolineato il concetto di sane abitudini alimentari, dalla composizione del piatto al quantitativo di proteine e concetto di porzione che spesso sfugge di mano ai genitori, andando a spiegare i rischi di una alimentazione troppo proteica già nei primi anni di vita. In particolare la pediatra ha sottolineato come il consumo di grossi quantitativi di determinati alimenti possano avere anche grosse ripercussioni sulla salute di determinati apparati del corpo dei bambini ( ad esempio un bambino di 2-3 anni che assume grossi quantitativi di latte vaccino può ricorrere in malattie di carattere respiratorio).

Parlando di svezzamento ed auto-svezzamento si è più volte sottolineato come ad essere fondamentale sia non tanto lo schierarsi da una parte o dall’altra, quanto il buon senso del genitore e il buon esempio dinanzi al bambino, in entrambi i casi il suggerimento è quello di portare in tavola con noi i bimbi in modo da cerare il momento conviviale del pasto, cosa che spesso non accade perchè si cucina in anticipo per i bambini facendoli pranzare o cenare da soli.


Io e Gaia abbiamo riportato le nostre esperienze, suggerendo anche come far diventare i bimbi partecipi del momento della preparazione del pasto, cosa che può avvenire sin dai 18 mesi con semplici azioni come lavare la verdura e anche tagliarla mediante appositi coltellini,  tematica già affrontata qui nel blog di Gaia, nella foto qua sotto potete vedere dal basso verso l’alto l’evoluzione del coltello a partire da un semplice spalma burro ( i bambini ci imitano e se date loro questo strumento vedrete che anche i più piccoli cercheranno di utilizzarlo sul cibo nel loro piatto), per passare alla spatola taglia-verdure ( Tescoma ) ed infine dopo i 3 anni al kit in vendita da Ikea composto da coltellino e pelapatate.

Io in particolare mi sono soffermata sul tema del rifiuto di determinati alimenti, la cosidetta “selezione alimentare” vissuta in prima persona con Annika all’età di 15 mesi, ho più volte sottolineato l’importanza di non cucinare piatti sostitutivi o menù a parte per far fronte a questo rifiuto, suggerendo di perseverare nel portare in tavola di tutto (anche il cavolfiore tanto odiato dal proprio figlio) e di offrirlo senza far drammi di fronte al rifiuto. E’ dimostrato che , portando in tavola in maniera regolare tutti gli alimenti, i bambini nel giro di qualche mese superano la selettività e iniziano ad assaggiare. Farsi aiutare nella preparazione dei pasti, anche semplicemente facendo manipolare/lavare gli alimenti, contribuisce a invogliare i bambini all’assaggio.

Lo yogurt, attenzione alle etichette!

Durante la serata abbiamo avuto modo di presentare ai genitori due tabelloni riguardanti lo zucchero aggiunto nei principali alimenti per l’infanzia, mi sono soffermata in modo particolare sullo yogurt “alla frutta” proprio perchè nel continuo confronto con le mamme che mi seguono ho notato come spesso si ignori il contenuto di zucchero aggiunto all’interno di un vasetto da 125 g di yogurt, molto spesso supera quasi del doppio quello contenuto in una merendina da banco frigo.
Lo yogurt “vero” contiene due ingredienti: latte (intero o scremato) e fermenti lattici.
Lo yogurt alla frutta utilizza al suo interno frutta sciroppata ( ed è ovvio, altrimenti se fosse semplice frutta fresca frullata andrebbe a male nel giro di 24 ore), questo lo rende quasi un dessert se consideriamo che in media ogni vasetto contiene due cucchiai abbondanti di zucchero ( quelli per bambini hanno anche l’aggiunta di aromi e addensanti per renderlo ancora più cremoso e appetibile).
Purtroppo le pubblicità televisive ( e anche delle cosidette “influencer” sui vari social) dirottano parecchio gli acquisti di noi genitori, gli slogan parlano di prodotti naturali “con tanta frutta fresca” , parole che ritroviamo riportate in caratteri ben leggibili sul davanti delle confezioni ( alla vista di tutti), ma per capire cosa realmente state per acquistare dovete proprio girare il retro, inforcare gli occhiali (se li avete) e leggere la lista degli ingredienti, se non altro per acquistare in modo consapevole.

Un bambino in fase di svezzamento non conosce lo zucchero, se allattato sicuramente percepisce i sapori degli alimenti della mamma, ma che gli presentiate uno yogurt bianco al naturale o uno alla frutta a lui non cambia nulla, molto probabilmente il primo cucchiaino lo sputacchierà ovunque in entrambi i casi perchè per la prima volta troverà nella sua bocca qualcosa di nuovo, di freddo, di molle e viscido…sputarlo è istintivo.

Il genitore più ansioso, magari partito col piede giusto e lo yogurt giusto,  potrebbe essere tentato di ricercare  prodotti più appetibili ( dolci) quando invece basterebbe dar tempo al bambino di abituarsi al nuovo cibo, potrebbe volerci una settimana o 6 mesi come nel mio caso, lo yogurt non è indispensabile allo svezzamento e se si possono evitare cucchiaiate di zucchero superfluo in più, ben venga aspettare.
Nel caso di bambini già abituati a yogurt dolci è importante “svezzare” nuovamente dallo yogurt in questione, come suggerito dalla dottoressa Rotondo, ossia mescolare lo yogurt alla frutta con lo yogurt bianco naturale, andando a diminuire poco a poco lo yogurt zuccherato, potrebbero volerci anche due mesi, ma in questo modo il bambino ha modo di ri-educare il proprio palato e la percezione del dolce. Togliere un prodotto zuccherato da un giorno all’altro porta ad una vera e propria crisi di astinenza, difficile da gestire da un adulto, figuriamoci da un bambino piccolo.

Nel tabellone sotto trovate comparate diverse marche di yogurt per bambini, tra cui il “bio” che spesso inganna e alcune camomille stra-dolcificate contenenti più di 3 cucchiai di zucchero a bottiglietta da 250 ml…
Fruttolo, come tanti mi hanno fatto notare, contiene sicuramente poco zucchero MA… il quantitativo è indicato per un vasetto da 50 ml di prodotto, se calcolassimo quello contenuto in 125 ml ( il contenuto di un classico vasetto) otterremmo lo stesso identico risultato, è preoccupante come la pediatra abbia riportato casi di pazienti abituati a consumarne più di 6 al giorno, proprio a causa della mini-porzione che inganna occhio, stomaco e mente ( di bambini e genitori)

Nel secondo tabellone ho analizzato altre bevande “per bambini” , è interessante ( e preoccupante) notare che in un brick da 200 ml di succo di frutta (bio) ci sono esattamente gli stessi grammi di zucchero aggiunto di 200 ml di Coca Cola, ancor di più nella famosa “aranciata fatta solo con arance italiane”.

 

La serata è stata edificante per tutti, sia per i genitori presenti che hanno avuto modo di esporre le proprie perplessità ed i propri dubbi alle specialiste, e sia per me che di questo mondo colgo solo la parte pratica e quotidiana del cucinare per e con i bambini.

Fare informazione è fondamentale e ricevere informazione è anche un diritto di noi genitori, sono sicura che qualsiasi scuola sul territorio possa organizzare eventi di questo tipo se i genitori ne fanno richiesta.

Un ringraziamento speciale alle tate del nido A piccoli passi per aver ideato la serata!

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