Cake nero al liquore ed olio extraverigine

1 Febbraio, 2013
Febbraio.
Giusto ieri un’amica mi ha fatto ricordare come siano ancora radicate, qua in Brianza, certe tradizioni…  come l’arrotino che passa sotto la finestra di casa urlando nel megafono… o il sarto ed il calzolaio che ancora sopravvivono nelle loro polverose botteghe nel centro di Seregno.
Possono passare gli anni, le generazioni… ma quando arriva quel giorno particolare dell’anno si fa un saltello all’indietro nel tempo e si scopre che quello che ci lega alla nostra terra è una radice profonda, una radice che profuma di legna arsa, fuliggine e nebbia.
La nebbia dei campi brulli che ti abbraccia con il suo umido sentore già dalle prime ore del mattino, quando il sole malato traspare nella foschia in un cielo bianco puntinato qua e là dal rapido volo dei merli… E allora come non ricordare la nonna avvolta nello scialle di lana color del legno che ci raccontava anno dopo anno la storia di quella merla che per scaldarsi nei giorni più freddi dell’anno finì per cadere nella fuliggine del camino… quella stessa storia che hai poi scritto con grafia incerta sui quadretti del quaderno di scuola… quadretti che mano a mano che passavano gli anni si sono trasformati in righe con i margini, poi senza margini… e che ora sono le lettere che sto digitando ora con la tastiera del mio PC.
E poi i falò. 
La Giubiana ed il Gianè che ancora oggi sorridono tra le fiamme dei fuochi accesi l’ultimo giovedì di Gennaio… se brucia bene il raccolto sarà buono… e il risotto giallo immancabile sulle tavole di noi della Brianza, negli asili, nelle mense scolastiche… 
E così senti di appartenere a qualcosa, senti la tenerezza invaderti quando al supermercato vedi la signora correre in cassa a comprare lo zafferano “Perchè oggi è la Giubiana!“, o i bambini fuori da scuola dire alla mamma che hanno mangiato il risotto a pranzo… 
E la mente corre indietro alle mie scuole, ai miei giorni alle elementari dove si aspettava con ansia l’intervallo spiando dalla finestra dell’aula i fantocci pronti per essere bruciati nel centro del cortile, e poi la mia mamma  che arrivava in classe con il pentolone di risotto allo zafferano da dividerci tra noi compagni… 
Apparteniamo alla terra, ovunque noi siamo, la nostra terra ci richiama con i suoi profumi, odori, tradizioni… un filo invisibile che ci lega ancora, nonostante questo mondo corra sempre più avanti senza ben capire dove ci stia portando… nonostante ci guardiamo come se fossimo estranei, nonostante tutto… c’è ancora un posto che possiamo ancora chiamare casa.

Ingredienti
(per uno stampo da PlumCake)

150g farina 00
100g zucchero
4 uova piccole
45g liquore al cioccolato
1 cucchiaio di olio EVO
60g cioccolato fondente
1 cucchiaio di caffè solubile

Per la farcia:
1 bicchiere di panna fresca da montare
zucchero a velo qb
oppure
ricotta fresca di mucca e zucchero (la mia farcia alleggerita ^^)

Questo dolce nasce per caso, a volte è anche bello farsi ispirare da quello che si ha per casa, senza seguire  libri e ricettari, ma semplicemente il proprio istinto.
Preriscaldare il forno a 180°.
Mescolare la farina, il lievito, un pizzico di sale e lo zucchero.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con l’olio, il liquore, 4 dl di acqua ed il caffè solubile. Mescolare sino ad ottenere un composto liscio.
Togliere dal fuoco.
Unire i tuorli mescolando con cura, unire il composto a base di farina e mescolare.
Montare a neve ferma gli albumi ed unirli al composto lentamente, con movimenti dall’alto verso il basso utilizzando una marisa.
Mettete l’impasto in uno stampo da plumcake rivestito di carta da forno e cuocere per circa 40 minuti (prova stecchino).
Lasciar raffreddare completamente.
Montare la panna con lo zucchero, io di solito per le farcie mi regolo a piacere, aggiungo un cucchiaio di zucchero a velo alla volta sino ad ottenere il giusto grado di dolce.
Tagliare a metà il cake e farcirlo con la panna montata, chiudere il cake e conservarlo per una notte in grigo, in un contenitore ermetico, questo per far insaporire meglio il dolce.
Servire.
Conservare il cake in frigo per un massimo di 4 giorni.
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