Congo e chiarimenti
16 Novembre, 2011
Per la cronaca, nonostante sia venuto il tecnico sono ancora senza Internet (scrivo dal negozio dei miei), quindi potete immaginare la confusione e la fatica fatta per capire cosa stesse succedendo tra i commenti al post qua sotto.
Sono stata accusata di aver dato dell’ “incivile” al Congo ed evidentemente ho offeso la sensibilità di alcune persone che non hanno esitato a farmelo notare in un paio di commenti.
Nello scrivere la frase non ho pensato minimamente alla valenza del termine e non era mia intenzione affermare nè la superiorità dei paesi considerati “civili” nè disprezzare il Congo, anche perchè l’intento del post non era assolutamente razzista, semplicemente ho espresso la mia preoccupazione per il fatto che fra tre giorni mio marito sarà spedito in un accampamento presso una miniera a cielo aperto in Congo, a circa 7 ore di aereo dal paese civile più vicino ( e con civile intendo paese dotato di strutture, infrastrutture, servizi per il cittadino ecc), accampamento dove per andare in bagno (e scusate l’esempio poco fine) dovrà prendersi il suo bel rotolo di cartaigenica e andare in mezzo alla foresta… ecco forse è proprio da questo pensiero che sarà uscito il termine “incivile” ma riferito alla situazione e sicuramente non esteso a tutto il Congo.
Mi spiace di aver deluso diverse persone, ma l’ultima cosa di cui potete accusarmi è di aver fatto del razzismo o di aver voluto insultare un Paese: le mie parole non “trasudano disprezzo” come ho letto in un commento e sinceramente in questo momento l’ultimo mio pensiero è disprezzare uno stato, l’ultimo mio pensiero è considerarlo incivile perchè più povero di quello in cui vivo, penso solo a mio marito e alla situazione in cui siamo finiti.
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