Gli Hamantashen

12 Marzo, 2011
Oggi qua a Seregno è l’ultimo giorno di Carnevale, essendo noi di rito Ambrosiano.
Nonostante il cielo grigio, questa mattina non ho potuto che provare un’infantile piacere nel camminare sul tappeto morbido di coriandoli e stelle filanti nella piazzetta, oramai gli operatori ecologici ci hanno fatto il callo e fino a domani hanno rinunciato a pulire in quel posto dove, ogni pomeriggio, decine di mascherine dell’asilo e delle elementari si danno appuntamento per colorare il grigio delle pietre con mille pois variopinti.
Nelle strade l’odore di frittelle non può che mettere allegria, ogni stagione ha un suo profumo e adesso è quello vivace e zuccheroso di queste palline umide e paffute che i bambini si passano per le mani, appena sfornate (pardon, spadellate) dal panettiere, per non parlare delle chiacchiere ricciute e fragranti che ti imbiancano il naso con il loro impalpabile zucchero a velo.
Anche quest’anno la mia cucina ha profumato di zucchero e fritto, odori insoliti in casa mia dato che non facciamo uso di fritture ( a pensarci bene… l’ultima frittura casalinga, escludendo le frittelle preparate ogni anno in questa occasione, risale ai tempi delle elementari quando mia mamma ogni tanto si lanciava in anellini di totano impanati ed improbabili patatine fritte sempre troppo molli o troppo nere ma che a noi piacevano ugualmente tanto ^^), ma oggi voglio mettervi a conoscenza di una tradizione non propriamente “di casa”, scovata leggendo qua e là su Internet: il Purim.
Stiamo parlando di una sorta di carnevale ebraico, che quest’anno cade il 20 di marzo, in cui ci si maschera, si beve e si scherza. Ma attenzione… è un’ironia dentro l’ironia in quanto ad essere commemorato è uno dei più grandi complotti contro gli ebrei descritti nel libro di Ester, questa festa ricorda tutti gli anni la nascita di un antisemitismo che accompagnerà il popolo ebraico attraverso la storia, ecco che la festa si tramuta nel doveroso ricordo di tutte le persecuzioni contro gli ebrei da Amman a Torquemada fino a Eichmann e Hitler.

La popolazione ebrea e i loro costumi mi hanno sempre incuriosita, i miei genitori hanno un negozio di arredamento e abbiamo tantissima clientela ebraica (praticamente tutte le case della comunità ebraica di Milano le abbiamo arredate noi!) e una cosa che inizialmente mi ha sempre lasciata di stucco è che in cucina… hanno tutto doppio! Le leggi ebraiche vietano che in uno stesso pasto vengano consumate carni e latticini… ma anche che queste due pietanze vengano cotte negli stessi forni… mangiate negli stessi piatti… insomma i nostri clienti hanno sempre voluto 2 forni… diversi armadietti per conservare i piatti per la carne e quelli in cui vengono consumate pietanze a base di latticini, insomma una vera e propria missione organizzativa per le cuoche di questa popolazione! Diverse volte sono stata in casa di questi clienti e sono sempre rimasta affascinata dai numerosi simboli presenti sugli infissi delle porte… a dire il vero non conosco i significati di tutte queste simbologie, ma mi piace pensare come una popolazione sia così profondamente legata alle sue origini e alle sue tradizioni.
Questi dolci che sto per presentarvi vengono consumati durante la festività del Purim, per essere mangiati tranquillamente anche dopo pasti a base di carne la frolla che li compone non contiene latticini, ma semplice olio d’oliva… che rende la pasta molto fragrante profumata e leggera, adattissima anche per chi soffre di intolleranze. La pasticceria ebrea è spesso caratterizzata da farciture con i semi di papavero e tra le tante varianti per questi dolci vi è appunto anche una farcitura di questo tipo, ma li potete tranquillamente trovare ripieni con Nutella, cioccolato o marmellata, come quelli che ho preparato io. In particolare ho farcito i miei dolci con tre diversi tipi di confetture preparate durante i mesi estivi, pesche, mirtilli e arance amare (quest’ultima dell’inverno scorso). 
Ingredienti (per una ventina di dolci)
2 uova
125 gr di zucchero
60 ml di olio
il succo di mezzo limone 
la buccia grattuggiata di un limone
250 gr di farina

1 cucchiaini di lievito in polvere
marmellata a piacere

Sbattere leggermente le uova con lo zucchero e il succo di limone, unire la farina setacciata con il lievito e la scorza tritata finemente. Amalgamare ed impastare sino a formare una frolla (se necessario aggiungere altra farina, io ho dovuto metterne un paio di manciate in più).
Stendere la pasta ad uno spessore di  3-4 mm e con un tagliabiscotti tondo ricavare dei cerchi di diametro 5-6 cm. Mettere nel centro di ogni tondo un cucchiaino di marmellata e piegare i due lembi di pasta in modo da formare un triangolo, poi chiudere piegando il terzo lato. Infornare a 180° C per 15-20 minuti (fino a doratura). 

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