Lemon curd di soli albumi e ciambellone variegato al caramello

17 Gennaio, 2013

Gioia.
Solo questo in questi gelidi giorni, gioia nel sentirmi chiamare tutte le mattine dal pettirosso che ha preso l’abitudine di venire sul davanzale della mia cucina; raccogliere le briciole quando affetto il pane o il plumcake della colazione e poi metterle sul balcone è diventata la mia quotidiana abitudine da quando l’ho visto arrivare per la prima volta qualche settimana fa. 
Sapete… il pettirosso è un simbolo, un segno per me… quando ero piccola, e tutt’ora lo ricordo come fosse ieri, mia nonna mi diceva sempre che quando il pettirosso viene a cercar le briciole vuol dire che c’è aria di neve… e che lo crediate o no, tutt’ora ogni volta che ne vedo uno penso a quelle parole, penso a mia nonna… e lui è quel filo invisibile che mi lega a lei ora che non c’è più,  un filo d’argento che vibra ogni inverno, il suo saluto, il suo “io ci sono ancora anche se non mi vedi”, ed è assurdo come a scrivere queste parole le lacrime scorrano ancora a fiumi, nonostante siano passati anni ed anni… ma non lacrime di dolore… sono le lacrime della nostalgia, la gioia di possedere quei ricordi radicati nel cuore e che scivolano silenziosi sulle guance… 
Ma non è di lacrime che voglio parlare, ho iniziato questo post con la parola “gioia”, quella che provo ogni volta che apro la casella mail al mattino e trovo lettere di anonimi, lettori silenziosi che mi mandano pensieri, poesie. 
Grazie di cuore, perchè mai avrei pensato che un blog aperto 4 anni fa “per caso” potesse arrivare a darmi tanto calore umano. 
Sembra un paradosso, siamo abituati a camminare dritto per la nostra strada senza  un sorriso o  un saluto a chi incontriamo lungo il nostro cammino, entriamo nei negozi e nemmeno diamo il “Buongiorno” a chi sta dall’altra parte del banco… ma dietro allo schermo siamo tutti diversi,   commentiamo i post scritti da “sconosciuti”, facciamo “mi piace” sulle foto postate nel social network, inviamo mail con parole bellissime… 
Ma poi nella realtà concreta ci nascondiamo dietro la fretta che ci porta a correre… e corriamo… e non ci accorgiamo che intanto nel freddo di Gennaio dai giardini arriva un profumo dolcissimo… 
Domani mattina fermatevi un istante ad annusare l’aria nei pressi di un parco, sentirete un profumo di fiori intenso e dolciastro, il calicanto inizia ora la sua fioritura… il primo fiore che ci dice che la natura non è morta ma semplicemente riposa per offrirci il suo meraviglioso spettacolo tra pochi mesi… 
O magari ora che siete concentrati sul pc non vi accorgete che dietro al vetro avete anche voi il “vostro” pettirosso che cerca una manciata di briciole… o nel vaso dimenticato in un angolo del balcone i bulbi dei giacinti dello scorso anno fanno capolino dalla terra con minuscole puntine verdi.
Ecco cosa è la gioia, perchè la felicità per un acquisto è provvisoria, passa… ma la “gioia” è la felicità più profonda, la felicità del cuore.
Oggi vi regalo due ricette, il ciambellone preferito dal “mio” pettirosso ed una cremina fresca, preparata con i limoni portatemi da Ischia dai miei genitori.
Il lemon curd è una crema cotta di origine anglosassone  a base di succo di limone, uova, burro e zucchero.  In pasticceria il suo impiego è vario, spesso è utilizzata come ripieno per tartellette di sablè o per personalizzare un frostin per cupcakes, o ancora lo si ritrova unita alla panna nelle farce del pandispagna o come ripieno in madeleine o piccoli pasticcini, o semplicemente si spalma sulle fette biscottate.
In genere essa viene preparata utilizzando uova intere e tuorli… io preferisco una versione alleggerita in cui l’uovo è presente solo con il suo albume.
Spesso vi ho consigliato di non buttare gli albumi avanzati dalla preparazione di creme pasticcere o sablè, si possono tranquillamente congelare in pirottini monodose, ben avvolti in pellicola ed utilizzare in casi in cui vi occorrono solo albumi: meringhe, impasti per Angel cake, macarons, glasse o ghiacce reali…

La foto apparsa su Instagram

Lemon curd di soli albumi

il succo di 3-4 limoni medi
100g burro fuso ed intiepidito
350g zucchero fine tipo zefiro
4 albumi (se li avete nel congelatore fateli scongelare a temperatura ambiente per 3 ore circa)

Unire il succo dei limoni al burro fuso tiepido, unire lo zucchero e mescolare per farlo sciogliere.
A parte sbattere leggermente gli albumi, unirli al composto di succo di limone e mettere il tutto in un tegamino su fuoco basso.
Mescolare con cura fino a quando il curd non inizierà a velare il cucchiaio, occorreranno circa 10-12 minuti.
Invasettare e conservare in frigo per massimo 2 settimane, oppure surgelarlo in vasetti di vetro.

Potete utilizzarlo come farcia in cestini di pasta sablè, crostate, madeleine o anche utilizzarlo per variegare il ciambellone di cui vi riporto la ricetta qua sotto.

Ciambellone variegato al caramello 
(dose “da reggimento” per uno stampo da 28 cm)

520g farina 00
1 bustina di lievito per dolci
500g panna fresca
6 uova
400g di zucchero
pizzico di sale
5-6 cucchiai di caramello per la variegatura (facoltativo, serve più che altro a far colore, potete fare lo stesso con una tazzina di caffè ristretto o il lemon curd)

Preparare uno stampo da ciambella (il mio era gigante, la foto qua sopra ha suscitato scalpore quando l’ho pubblicata su Instagram ^^, nel caso non lo abbiate dimezzate le dosi) ungendolo con dell’olio neutro e spolveratelo di pangrattato o semola.
In una ciotola sbattere le uova con la panna. In un’altra ciotola unire farina, zucchero, sale e lievito.
Unire i liquidi alle polveri mescolando con cura (o utilizzando lo sbattitore) sino ad ottenere un composto senza grumi.
Versate l’impasto nella teglia e versatevi sopra il caramello (o il caffè) andando a formare delle onde con la lama di un coltello in modo da ottenere una variegatura.
Infornare a 170°C per un’ora abbondante (fate la prova stecchino, nel caso dimezziate le dosi occorrerà qualche minuto in meno).
Lasciar raffreddare prima di sformare.
Io conservo questo tipo di dolci a temperatura ambiente coprendoli con una campana di vetro.

Infine, a chiusura del post, vorrei ringraziare Benedetta per il bellissimo articolo scritto sulla rivista MonzaClub che potete consultare anche online a questo link (da pag.52)
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