Monza e il suo mercatino biologico

27 Marzo, 2012

Oggi voglio parlarvi di un mercato particolare che si tiene ogni quarta domenica del mese a Monza in piazza Carrobiolo, il mercato biologico.
Ne parlo prima di tutto perchè è importante sostenere questi mercati, essendo principalmente composti da aziende agricole cosidette “a km 0 ” e piccoli produttori che si impongono (il termine ha quasi valore negativo, ma io credo siano più che felici di farlo!) di coltivare e produrre in maniera biologica, puntando prima di tutto l’attenzione sulla qualità dei loro prodotti anzichè sulla quantità di quanto prodotto.
Monza è stata per anni la città in cui ho passato più tempo in assoluto… gli anni del Liceo li ricordo con un po’ di nostalgia e magone, le ore passate a copiare la modella, quelle china sui progetti di architettura… ricordi scolastici e di vita vissuta tra i banchi si intrecciano a quelli dei bei pomeriggi quando si usciva dai cancelli e si respirava l’aria di Monza e del suo centro, densa e ricca di storia, camminare tra i viottoli dietro il Duomo, sfiorare i muri dell’Arengario, costeggiare il Lambro ed immaginare i mulini che un tempo vi si immergevano…
Per me Monza è anche un filo dargento che unisce la mia vita con quella di mia mamma… una corda tesa, uno spago invisibile… anche lei ha studiato nel mio stesso liceo artistico, anche lei ha percorso per anni quelle stesse strade che tutte le mattine affrontavo carica di disegni, libri e aspirazioni… i corridoi della scuola con diversi suoi disegni appesi, le stesse statue di gesso da copiare…
Qualcuno di voi è mai stato in questa città? Perchè se ci siete passati… non potete non aver notato la piazza del Duomo… ecco proprio lì fino ad un’annetto fa si stavano effettuando dei lavori di ristrutturazione del campanile, attorno ad esso dei pannelli di legno proteggevano il cantiere… su quei pannelli qualcuno avrà notato un gigantesco murales recante la scritta “Nulla dies sine linea” … nessun giorno senza linea… quella frase era il nostro motto, da noi dipinto su commissione del Comune di Monza per colorare il grigio di quei pannelli. Ricordo ancora quel sabato mattina in salopette di jeans e scarpe da ginnastica, un’intera classe in trasferta in piazza Duomo con i giapponesi che ci fotografavano, l’insegnante di architettura (Suor Simona ^^, il mio liceo era il Preziosissimo Sangue) che dirigeva i lavori, il professore di Lettere che con la scusa di venirci a trovare durante i lavori aveva fatto tappa dal Crivelli per comprare a tutti noi la merenda (celebre panetteria in Via Vittorio Emanuele, poco distante dal Duomo, tappa obbligata ogni mattine per la treccina, un panino dolce sofficissimo)…
Quanti ricordi, ce ne sono per tutte le stagioni… le mattine buie d’inverno nei corridoi con un tè bollente tra le mani… i tiepidi autunni con le suore che dalla cucina ci offrivano manciate di castagne appena lessate… e i pomeriggi di primavera dove dalle ampie vetrate che circondavano la scuola ci affacciavamo sul parco che ospitava la scuola materna dell’istituto e gli alloggi delle suore, le panchine in marmo e le tappe della Via Crucis in un labirinto di aiuole sotto l’ombra degli alberi da cui il sole filtrava con la sua luce cristallina…
Momenti dolci, gioiosi… ma anche tristi… dolorosi per l’improvvisa scomparsa di Sonia… l’amica del cuore… e che ora lasciano il posto ad una profonda nostalgia per quegli anni, gli anni della scuola, gli anni in cui avevi il cuore leggero e l’unica preoccupazione era la consegna dei progetti di architettura, le notti passate a disegnare… il profilo della modella che proprio quel giorno non voleva saperne di essere disegnato come si doveva!
… e la dolcezza nel ripercorrere domenica scorsa quelle stesse strade, tra i banchi del mercatino, con l’amica ritrovata, la compagna di classe che il tempo, l’università e il lavoro ti avevano fatto perdere… e la sensazione di affinità nel rivederla, come se il tempo non fosse mai passato, come se domani ci si dovesse ritrovare lì, tra quei banchi a confrontare i progetti di architettura, a ripetere storia dell’arte… come se il tempo si fosse fermato.

Ricordi… la treccina del Crivelli
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