Pandolce genovese (di tipo basso) all’acqua di rose, cioccolato bianco e pistacchio di Bronte

16 Dicembre, 2013

Nove giorni a Natale.
Lo leggo tra le lastre di ghiaccio delle pozzanghere al primo mattino, nella brina bianca ed argento che ricopre le panchine del parco ed i rami di quegli alberi sotto i quali cerco refrigerio nelle torride estati cittadine, quegli stessi alberi che in primavera vedo germogliare e rinascere da tenere gemme ora appaiono come morti e scheletrici sotto quel manto di ghiaccio,
Ripenso al suono delle foglie mosse dal vento, il fruscio che come un sussurro accompagna le mie camminate, i rami folti che si intersecano a formare una cattedrale sopra la mia testa ed i raggi del sole che filtrano tra essi disegnando arabeschi su quel pavimento di erba.
Ora il vento si infila tra quei rami, candidi fiocchi di neve di tanto in tanto li accarezzano cullandone il riposo.

Il pandolce che vi propongo oggi è una mia interpretazione del pandolce genovese di tipo basso (quindi con lievito chimico per torte), perfetto come regalo di Natale (sopratutto se lo preparate in versione mini ) da preparare proprio in questi giorni in modo che abbia tutto il tempo per riposare e stabilizzare gli aromi al suo interno e dare il meglio di sè consumato a ridosso delle feste.
Nella pasticceria ligure esistono due tipologie di pandolce, già l’anno scorso in questo post vi avevo suggerito il pandolce di tipo “alto”, con lievito di birra, quest’anno eccovi la versione “bassa” con il comune lievito per dolci. Se nella versione “alta” ero rimasta fedele alla tradizione, oggi ho voluto osare e giocare un po’ con gli ingredienti, pistacchi di Bronte con quel bellissimo colore verde mela, una punta di zenzero in polvere (perchè non è Natale senza il sapore di zenzero), cioccolato bianco ad arrotondare il sapore al palato e… un’ acqua di rose profumatissima preparatami da un’amica siriana (la mia è fatta in casa e a meno che non conosciate anche voi la cara Eptisan non so’ se riuscite ad averla, mal che vada fate un giro nei piccoli supermercati etnici che oramai popolano quasi tutte le città, oppure nella pagina del blog “Gli introvabili” potete trovare il link al mitico supermercato Kathay che oramai tutti conoscete, lì la trovate tranquillamente).
Il risultato è un dolce profumatissimo e delicato, ho avuto occasione di portarne una fetta ieri a Gaia al The Baking Lab di Lecco ed in pochi minuti la pasticceria è stata invasa dal delicato profumo di rosa, accentuato da un buonissimo tè verde ai petali di rosa che, nel frattempo, stavo sorseggiando da una delle sue tazze a pois ^^ .
Prima della ricetta volevo informarmi che su Leifoodie è online lo Speciale Natale, con tantissime idee per regali, ricette, mise en place e tanto altro ancora!

Ingredienti ( per 4 mini pandolci o 2 da 20 cm di diametro)


600g farina 00
200g zucchero di canna Demerara
2 uova
170g burro morbido
3 cucchiai di acqua di rose
1 cucchiaio di estratto naturale di vaniglia
1 cucchiaino di zenzero in polvere
200g di uvetta
80g pistacchi
200g cioccolato bianco a pezzetti
20g lievito per dolci
150g latte

Lavorare il burro morbido con lo zucchero e gli aromi (acqua di rose, vaniglia e zenzero).
Unire un uovo alla volta sino ad assorbimento.
Incorporare la frutta secca ed in cioccolato tritati grossolanamente a coltello, unire l’uvetta ed amalgamare.
Infine unire farina e lievito, alternandoli al latte per ammorbidire.
Amalgamare bene il tutto.
Dividere il composto in 4 parti (se volete dei piccoli pandolci) o in due (nel caso voleste confezionarne due di media grandezza), non cuocete tutto il pandolce in un’unica forma perchè è decisamente troppo grosso.
Inserire il composto (è piuttosto appiccicoso, non preoccupatevi) in una teglia da forno (20-22 cm nel caso faceste 2 dolci, 15 cm nel caso di 4 pandolcini) ed infornate a 180°C per circa 40-45 minuti.
Il dolce deve colorare e, al tatto, risultare sodo .
Lasciar raffreddare completamente ed incartare.

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