Sgranocchiando cookies al burro di arachidi a… CHICAGO ! (parte prima)

5 Febbraio, 2012
Chicago… la città che più di tutte mi porto nel cuore.
Chicago caotica che sin dalle prime luci dell’alba era un fermento di auto e clacson… con il suo odore di eggs&bacon di prima mattina, la Chicago elettrica dalle mille luci al neon, la Chicago che di notte profumava di cioccolata fusa proveniente da una magica Fabbrica di cioccolato collocata sotto uno dei tanti ponti… la Chicago dei grattacieli che ti facevano sentire un puntino nel mondo… la Chicago dei suoi Parchi dove architettura e scultura facevano rima con gioco e stupore.
Chicago sotterranea: una seconda città si snoda sotto i nostri piedi, è qui che si muove il traffico pesante e chi attraversa la città per lavoro 
La Chicago sotterranea, nascosta alla vista dei turisti, un gomitolo di strade che sotto i nostri piedi si snodava collegando le principali arterie commerciali, o quella sospesa tra i palazzi sui binari della metropolitana aerea i cui vagoni sfioravano i cornicioni dei palazzi permettendoti per qualche secondo di sbirciare tra le tendine accostate la quotidianità dei suoi abitanti
Abbiamo sostato in questa città per 5 giorni, vagando senza meta tra le sue strade, i suoi negozi… facendo tour in battello alla scoperta delle sue architetture, camminando lungo l’immenso lago Michigan, ci siamo arrampicati sui suoi immensi grattacieli e persi nei suoi bellissimi parchi.
Ed è proprio di questi ultimi che ho deciso di parlarvi oggi. Più di ogni altra città visitata è stata Chicago a darci l’impressione di essere ideata a “misura d’uomo”, nonostante le sue immense dimensioni non ci siamo mai sentiti “schiacciati” o frastornati da quanto ci circondava. E’ vero che New York ha Central Park, ma si parla di un gigantesco polmone verde situato in un’unica zona… a Chicago invece sono molteplici queste aeree di riposo (per il corpo ma sopratutto per la mente), ad iniziare dal Millennium Park, costellato da sculture-gioco, fontane, panche e tavolini in muratura dove sedersi per pranzare abbandonando per un’ora gli uffici… o per giocare a scacchi… o semplicemente per conversare e fare conoscenza con nuove persone… E magari…tra una chiacchoera e l’altra ascoltare uno dei tanti concerti serali ospitati dal Jay Pritzker Pavilion  perdendosi tra le note e le luci che si riflettono e moltiplicano sul Cloud Gate ( che io preferisco chiamare… Porta delle Nuvole, credo sia un nome stupendo e suggestivo)
Jay Pritzker Pavilion
Cloud Gate

In questo parco scultura e gioco si mescolano dando vita a pura gioia per gli occhi

Crown Fountain
… le forme giocano con gli spazi… e viceversa… compenetrando tra di loro e dando origine ad un mondo dove realtà ed illusione si sfiorano con un dito

BP Bridge
Il Navy Pier è il porto di Chicago lungo il quale si snodano locali di divertimento, sale gioco, ristoranti, sale congressi… Vi dirò, l’atmosfera che vi si respirava, tra vecchi con il cappellino da marinaio, gabbiani, barche attraccate… era un’atmosfera quasi marina e tutt’ora fatico a pensare che quello fosse solo un lago… è impressionante la sua vastità, il fatto di non vederne l’altra sponda neanche dall’alto dei grattacieli … 

 E per concludere in dolcezza questa prima parte del resoconto di Chicago… un bel Cookie al burro di arachidi!
Ingredienti
160g di farina 00
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
mezzo cucchiaino di sale  fino (solo se il vostro burro di arachidi non fosse salato)
110g burro a temperatura ambiente
110g zucchero di canna
1 grosso uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
150g gocce di cioccolato bianco (facoltative)
50g zucchero bianco per decorare
In una ciotola lavorare i due tipi di burro con lo zucchero di canna sino a ridurli in crema, unirvi l’uovo e l’estratto di vaniglia. A parte miscelare tutti gli ingredienti secchi e le gocce di cioccolato eccetto i 50g di zucchero bianco che dovete mettere in un piattino.
Unire i due composti sino a formare un impasto omogeneo.
Ricavarne tante palline e schiacciatele nel piattino con lo zucchero bianco, in modo che una superficie vi si ricopra.
Infornare a 180° per una decina di minuti.

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