Alice nel paese delle Meraviglie

5 Marzo, 2010


Oggi niente ricetta.
Cosa sarà mai questo post intitolato “Alice nel Paese delle Meraviglie“?
Semplice, voglio condividere con voi, persone che giornalmente mi vengono a trovare e che puntualmente commentano, quello che per me è stato l’inizio DI TUTTO QUANTO…

Correva l’anno… 2005.
Più precisamente, il 5 Settembre 2005 la sottoscritta seduta sul tappeto della propria camera ha tracciato i primi segni di matita bianca su cartoncino nero di quello che sarebbe stato il suo primo allestimento teatrale: Nel Mondo di Alice…esattamente 3 anni dopo, il 29 Novembre 2008 sempre la sottoscritta era seduta davanti ad una commissione nell’Accademia di belle Arti di Brera a discutere la sua tesi intitolata…Nel Mondo di Alice.


Tre anni… tre anni per lavorare ad una tesi, per conoscere chi si cela dietro ad un racconto che troppi classificano come “Letteratura per l’infanzia” e io ora, proprio mentre nelle sale dei cinema esce il film di Tim Burton, voglio fare capire ad una piccola parte di mondo cosa realmente è Alicee la STRAORDINARIA persona che si cela dietro a tutto questo: L. Carroll.

Cosa è Alice? Innanzitutto NON è un racconto per bambini, NON è una favola inventata e sopratutto NON è IL CARTONE ANIMATO DELLA WALT DISNEY, anzi, toglietevi proprio dalla testa lo scempio Disneyano, personaggi inventati di sana pianta, miscugli strani tra il primo libro di Carroll (Alice nel Paese delle Meraviglie) e il suo seguito (Al di là dello Specchio e quello che Alice vi trovò).
In questo momento ho qua accanto la mia tesi, con copertina di velluto verde bosco e titoli con caratteri d’oro, l’ho voluta così, come era rilegata la prima edizione di Alice del 1865… Tre anni di lavoro in cui ho scoperto, imparato a conoscere ed amato Carroll, bramante dalla voglia di saperne sempre di più, di scavare sempre più in profondità nel “dietro alle quinte” del suo lavoro… alla fine è divenuta un’ossessione, in camera posseggo più copie di Alice di una libreria, tutte edizioni diverse l’una dall’altra perchè in base alle diverse traduzioni tutto cambia, i significati si stravolgono, Alice è puro linguaggio, puro nonsense, gioco di parole, scambi di vocali tra una parola e l’altra, suoni onomatopeici e giochi di sintassi…in inglese! E… in italiano? Qua, appunto, entrano in gioco le mille traduzioni: traduzione letterale dall’inglese (e quindi perdita di tutti i giochi linguistici) o trasposizione letteraria (ossia ricreare nella lingua italiana il gioco di parole effettuato da Carroll con la lingua inglese in modo da non perdere il VERO scopo del racconto: Divertire e sorprendere), ogni edizione cambia, ogni traduzione presenta un “libro nuovo”, ecco il perchè della mia ossessiva collezione di testi, per confrontare ogni singolo capitolo, frase e parola…

I personaggi…il GATTO del Cheshire, no non il gattone fucsia e blu del cartone animato…. il Gatto di Carroll è bianco ed etereo, perchè lui è… è uno spirito, un fantasma che arriva dritto dritto da una leggenda celtica, per poi passare dal culto del felino degli artisti preraffaelliti sino a divenire un personaggio simbolico all’interno dei testi: Dina la gattina di Alice, che la lega alla dimensione terrena, il Gatto del Cheshire, il gatto metafisico del mondo extraterreno in cui Alice si ritrova catapultata, e di nuovo i gattini terreni (figli di Dina) nel primo capitolo di Al di là dello Specchio… tutti gatti realmente esistiti, regalati da Carroll alle bambine della vita reale che frequentava assiduamente, preferendo la compagnia di anime pure e dall’immaginazione fervida, rispetto agli adulti dell’ambiente culturale Vittoriano, non a caso Alice Liddell (una delle piccole amiche di Carroll) il 4 luglio 1862 durante una gita sul Tamigi chiese a Carroll di raccontarle una storia… e Carroll su due piedi inventò quello che possiamo definire l’esordio di Alice.

Il tempo…che è il tempo del Cappellaio Matto, anzi scusatemi, il Signor Tempo (va trattato con i guanti perchè, sapete, se si arrabbia poi fa quello che vuole lui e… se avete fame non arriverà mai ora di pranzo, e se siete annoiati… non arriverà mai l’ora del suono della campanella…!) Il Tempo non è più un susseguirsi di azioni ben distinte tra Passato, Presente e Futuro, Kronos. Il tempo del Cappellaio è Aion, per il quale esistono solo Passato e Futuro, un’azione è sempre accaduta o sta sempre per accadere: è sempre l’ora del tè, occorre sempre cambiare di posto e cambiare le tazze perchè il tè è sempre stato già bevuto o sta sempre per essere bevuto ma… di fatto, Alice non riesce a berne mai nemmeno un goccio…

Questo è solo l’inizio… l’inizio di uno studio che mi ha coinvolto per anni, che ha segnato una tacchetta nella mia vita e in quella delle persone che mi hanno vista impegnata su un palco a portare in scena il mio spettacolo, che hanno visto come da sola ho realizzato più di 300 costumi di carta e cartoncino per metterlo in scena con i bambini di una scuola elementare, e che ora ogni volta che si sente nell’aria il nome di Carroll o Alice condividono con me sguardi che dicono tutto, che racchiudono una vagonata di ricordi, cappelli a cilindro alti mezzo metro e polvere di brillantini su di un palcoscenico.


Anni di studio che mi hanno segnato fino al punto di intitolare questo blog a Carroll, scegliendo come titolo quello del Capitolo XI di AliceChi ha rubato le crostate“.

Ma al di là del mio spettacolo, rileggete semplicemente quanto scritto sopra e ditemi…
è ancora solo una favola per bambini?
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